Il referto non c'è
Il punto è che io soffro, ci sono tanti elementi che mi rendono la vita quotidiana difficoltosa al di là di quelli esterni, non solo mi creano disagio a livello pratico, ma rendono anche poco piacevole la mia intera esistenza, mi offuscano, mi limitano cognitivamente (più di quanto io per natura lo son già, ovvero limitato a livello di intelletto). Di fronte a tutte queste sofferenze, a me piacerebbe capire se sono patologiche o no, se sono croniche o no, se sono mie paure o no. E il punto è che allo stesso tempo non voglio essere trattato come uno che ha semplicemente bisogno di sfogarsi con qualcuno e di ricevere qualche consiglio. No. Io sono una persona generalmente attiva, mi documento se mi parlano di qualcosa, non aspetto il miracolo ma vengo incontro al professionista che ho davanti. Però se tu, professionista, non mi dici cosa ho o prima dici una cosa, poi un’altra, poi che non ho nulla, come posso fare chiarezza? E se non mi aiuti a fare chiarezza a cosa mi servi? È un po’ come quando hai dei sintomi fisici e fai degli esami per vederci meglio, per capire cosa fare, per dare un nome a quei disturbi; perché è così difficile farlo anche per i disturbi mentali?
Io ho dovuto capire di avere un problema serio solo dopo aver avuto il corpo paralizzato dal terrore e la mente annebbiata al punto di fare manovre pericolose.
E se questo pensiero fosse errato (e quindi confermasse, in un certo senso, la mia difficoltà a dare totale fiducia alle persone e alle cose), il fatto di non riuscire a trarne beneficio non dipenderebbe da una loro mancanza, ma solo dalle circostanze della mia vita che, al momento, non me lo permettono. E questo, in fondo, è rincuorante.