Lavori di ristrutturazione per i miei (quasi) 20 anni
Io ad oggi posso affermare con convinzione ed in maniera lucida e razionale i motivi per i quali non c’è molta felicità da parte mia. È tutto qua il nocciolo della questione. Io non ho ad un certo punto iniziato a pensare in maniera negativa nei miei confronti, ma ho da sempre pensato solo in maniera negativa nei miei confronti. Con tutte le variazioni che ci sono state durante il percorso, ma il filo conduttore alla fine è sempre stato questo. Per questo motivo, allora, per me non funzionano i compitini di tutte le psicologie facili e veloci, non funziona scrivere su un quaderno che io valgo e poi inizio a crederci come se fossi stato illuminato. Il lavoro che dovrei fare sarebbe innanzitutto quello di inquadrare nella sua totalità la struttura del pensiero, prendere ogni pezzo e smontarlo per poi ricostruire un nuovo modo di parlare di me che corrisponde poi al modo in cui percepisco me e la mia esistenza. Perché nessuna buona volontà o nessun affetto mi dimostrerà mai che io sono uno capace, valido, all’altezza. Non c’è da dimostrare proprio un bel niente perché non si tratta di una cosa che non credo ma di una cosa che ho mai sfiorato col pensiero, e non si tratta nemmeno di cancellare delle frasi sbagliate che ad un certo punto ho iniziato a fare mie e scriverci sopra quelle nuove perché quelle frasi “sbagliate” sono cresciute assieme a me, hanno iniziato a formularsi appena il pensiero ha trovato l’ausilio delle parole, sono la mia essenza.
Non c’è, dunque un errore da correggere nel testo, è l’intera trama che va smontata e riscritta daccapo. Ma fin quando tenderò a dimenticare, fin quando non riuscirò a ricordare non vedo come si possa fare questo lavoro di ristrutturazione.